Il ruolo del CICR, in quanto istituzione umanitaria, è di vegliare affinché il trattamento riservato ai detenuti e le loro condizioni di detenzione siano garantiti e che la dignità umana sia conforme alle norme internazionali e che siano rispettati i diritti dei detenuti di garanzia e protezione.
Quale azione può intraprendere il CICR quando dei detenuti iniziano uno sciopero della fame?
Quando il CICR visita un luogo di detenzione dove dei detenuti fanno lo sciopero della fame, valuta attentamente la situazione per comprendere i problemi esistenti, attraverso degli incontri privati con i detenuti e con dei colloqui con i direttori delle prigioni, le guardie e il personale sanitario coinvolto. Il CICR non giudica né la sostanza né la legittimità degli scioperi della fame come mezzo di protesta e non si pone come mediatore fra le autorità e coloro che scioperano.
Mentre esorta sia l’autorità detentrice che coloro che scioperano a risolvere i loro problemi senza perdite di vite umane, il CICR cerca di fare in modo che gli scioperanti della fame ricevano delle cure e un trattamento adeguato e che la loro dignità umana e le loro libere scelte – ad esempio di continuare lo sciopero della fame o di mettervi fine – siano rispettate.
Qual è il ruolo di un medico del CICR durante una visita ai detenuti in sciopero della fame?
I medici del CICR hanno un ruolo specifico e fondamentale: valutano lo stato di salute degli scioperanti della fame e si assicurano che il loro rifiuto di nutrirsi sia volontario e fatto in piena consapevolezza delle conseguenze che il digiuno può causare sulla salute e la vita.
Un medico del CICR deve anche cercare di assicurarsi che gli scioperanti della fame non abbiano malattie mentali: in questo caso, questa situazione rimetterebbe in discussione la capacità degli scioperanti di scegliere consapevolmente di rifiutare di alimentarsi.
Il medico del CICR, inoltre, deve vigilare sullo stato di salute dei detenuti coinvolti e sulle cure che ricevono. Grazie al dialogo con il personale sanitario incaricato degli scioperanti della fame, il medico del CICR controlla che le cure mediche previste rispettino i protocolli tecnici ed etici, in particolare per ciò che riguarda i problemi gravi di salute che possono derivare da un digiuno prolungato o, se uno scioperante della fame sceglie di fermare il proprio digiuno di protesta, la sua re-alimentazione dopo un digiuno prolungato. In particolare, il medico del CICR deve assicurarsi che il personale medico non sia coinvolto nell’«alimentazione forzata» dei detenuti, cosa che costituirebbe una violazione flagrante dell’etica medica.
Qual è la posizione del CICR riguarda l’alimentazione forzata dei detenuti?
Il CICR si oppone a qualsiasi forma di alimentazione o di trattamento forzato: è essenziale che la scelta dei detenuti sia rispettata e che la loro dignità umana sia preservata. La posizione del CICR su questa problematica è molto vicina a quella espressa dall’Associazione Medica Mondiale nelle Dichiarazioni di Malta e di Tokyo, entrambe riviste nel 2006. In quest’ultima si afferma che «Quando un prigioniero rifiuta il cibo e il medico valuta che sia in grado di formulare un giudizio consapevole e razionale sulle conseguenze che il suo rifiuto di nutrirsi potrebbe causare, non dovrà essere alimentato artificialmente. La decisione sulla capacità del prigioniero di esprimere un tale giudizio dovrà essere confermata almeno da un secondo medico indipendente. Il medico dovrà spiegare al prigioniero le conseguenze che la sua decisione di non nutrirsi potrebbe avere sulla sua salute».
(Tratto dal sito del Comitato Internazionale della Croce Rossa)
(traduzione di Serena Corniglia per il sito Caffè Dunant – bollettino n.504).
Contributo della Svizzera per il Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR).