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Sebbene da pochi giorni la situazione nel Kivu sia relativamente stabile, il crimine, la giustizia sommaria e le tensioni intercomunitarie in certe aree stanno creando un clima di preoccupazione e paura. Migliaia di residenti e profughi stanno vivendo in condizioni disastrose.

«La situazione in cui si trovano i civili nella RDC orientale, in particolare la loro immediata necessità di sicurezza, non deve essere dimenticata durante i negoziati», ha detto Franz Rauchenstein, responsabile della delegazione ICRC nel paese. «Queste persone, già colpite duramente da anni di conflitto e altra violenza, ora affrontano una crescente incertezza. Hanno diritto a rispetto e protezione».
cicr congo
«Consideriamo urgente che si continui a visitare le persone detenute in relazione al conflitto nella RDC orientale, che i feriti negli scontri siano messi in salvo e ricevano cure, che i profughi e le altre persone in grave necessità ricevano aiuto, e che i famigliari dei bambini non accompagnati siano rintracciati», ha affermato Rauchenstein.

La squadra del CICR e i volontari della Croce Rossa della Repubblica Democratica del Congo sono attualmente a Sake, una cittadina ad ovest di Goma, e anche a Masisi centro (provincia del Kivu settentrionale) ed a Minova (Kivu meridionale). Stanno aumentando gli sforzi per fornire soccorso alimentare d’emergenza a quasi novantamila persone in tutto, e beni essenziali come utensili da cucina, vestiario, biancheria e impermeabili per alcuni di loro. Con la stagione delle piogge in pieno svolgimento, non sarà facile distribuire grandi quantità di beni.

«Questa è la seconda volta che sfolliamo», ha detto Kahindo, una sedicenne, durante una distribuzione di aiuti a più di quarantacinquemila persone organizzata su un campo scolastico di calcio a Kimoka, quartiere di Sake. «La prima volta siamo fuggiti coi nostri genitori, ma stavolta siamo stati sorpresi dal combattimento. I nostri genitori erano andati nei campi, dove sono stati uccisi, e sono corsa via coi miei fratellini».

I delegati del CICR sono sul posto e parlano con le persone che hanno subito delle violenze nelle settimane scorse, per poter essere in grado di portare loro soccorso. Il lavoro dei delegati consiste anche nel raccogliere informazioni sui casi in cui la popolazione è stata vittima di violazioni del diritto internazionale umanitario. Il CICR condivide le proprie scoperte, qui come altrove, esclusivamente e confidenzialmente con le forze armate o i gruppi interessati. Il suo obbiettivo finale è convincere le persone armate a modificare il loro comportamento verso i civili e verso coloro che non prendono parte alle ostilità.

Dal 19 novembre 2012 il CICR ha anche:

concentrato gli sforzi finalizzati a visitare le persone arrestate durante la presa di Goma e tuttora detenute;

eseguito operazioni negli ospedali di N’Dosho e Katindo a Goma su più di 130 persone ferite in battaglia;

continuato a fornire provviste e supporto finanziario ai servizi ospedalieri a Bukavu per facilitare le cure prestate alle vittime di guerra nel Kivu meridionale;

costruito gabinetti e docce e rimesso in funzione un serbatoio d’acqua e tubazioni negli accampamenti di Minova, Saio e Nyamunyunyi che ospitano profughi a Bukavu;

fornito supporto per le attività della Croce Rossa della RDC, in particolare nella somministrazione di primo soccorso alle vittime e nel loro trasporto all’ospedale;

registrato più di 350 bambini a Goma e Bukavu e, lavorando insieme alla Croce Rossa congolese, riunito più di cento di loro con le rispettive famiglie.

(Tratto dal sito del Comitato Internazionale della Croce Rossa )

(traduzione di Giancarlo Bertolina per il sito Caffè Dunant – bollettino n.504).