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“Ecco a cosa serve il futuro: a costruire il presente con veri progetti di vita” (Muriel Barbery)

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Innovazione e tradizione. Due elementi fondamentali di ogni cultura e società. E’ possibili fonderli per realizzare un rilancio dei tratti distintivi di ogni popolo, attraverso la contemporaneità?

In quest’ottica il Circolo Svizzero Roma, assieme ad Helvetia Salus e ad APIEUROMED, ha promosso un nuovo modello d’incubatore virtuale con cui le imprese svizzere vengono aiutate ad inserirsi nel contesto del mercato euromediterraneo: “ROME SWISS NETWORK – RSN”.

Rome Swiss Network: innovazione e euromediterranea per rilanciare la tradizione della cultura d’impresa Elvetica.

RSN è un prodotto/servizio che il Circolo Svizzero Roma ha creato per far incontrare Scienza, Imprenditoria, Cultura ed Economia al fine di sviluppare un nuovo modello di approccio imprenditoriale elvetico ad un mercato fluido, effervescente, dinamico ed in cambiamento continuo come il mondo euromediterraneo.

Un mondo fondato sulla trilogia territoriale tra città di terra, di mare e costiere dove il tramonto unitario della “Civitas Romana” ha creato la dicotomia tra città – Stato e Stato – città proponendo il “modello federativo cantonale” della più antica democrazia rappresentativa popolare occidentale: la Svizzera.

RSN, racchiude in sé stessa l’innovazione imprenditoriale euromediterranea (egiziani, fenici, greci, romani, bizantini, arabi, città marinare italiane…) con la tradizione democratica e popolare elvetica.

Un connubio che produrrà una “civiltà cibernetica” del XXI secolo fondata sulla informazione, comunicazione e velocità della cultura e dell’economia che, grazie  al recente incontro collaborativo con la Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana – SUPSI, permetterà di trasformare il tutto in un nuovo modello pedagogico di Alta Formazione con cui i futuri giovani manager/imprenditori italo – svizzeri potranno sfidare la globalizzazione dei mercati.

Il Circolo Svizzero Roma, la Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana – SUPSI, Helvetia Salus e l’Associazione della Piccola e media Impresa Euromediterranea – APIEUROMED hanno accettato la sfida dei mercati e delle nuove nazioni emergenti proponendo il proprio modello:

ROMA SWISS NETWORK – RSN

L’INNOVAZIONE DELLA TRADIZIONE

L’ultimo studio realizzato dall’istituto di ricerche economiche KOF di Zurigo, su incarico della Segreteria di Stato dell’economia (SECO), ha analizzato e valutato i dati relativi a 2.300 imprese. In Svizzera, una prima fase di rallentamento dell’innovazione era già stata osservata nel 1990 nel settore dell’industria, seguita da una seconda fase nel settore dei servizi all’inizio del 2000. La tendenza si è indebolita, attualmente, durante il periodo precedente la recessione, prima di riprendere il volo a causa della crisi economica mondiale e del franco forte. Lo studio del KOF sottolinea che, malgrado un netto miglioramento del clima d’innovazione, le imprese continuano a necessitare di personale nel settore della ricerca e sviluppo. Una carenza che accentua ancor più le difficoltà di finanziamento incontrate da un crescente numero di società. Lo studio del KOF di Zurigo piazza la Svizzera al secondo posto nella classifica europea dei paesi più innovativi nei settori dell’industria e dei servizi. I ricercatori rilevano tuttavia un freno all’innovazione: la Svizzera ha ceduto il primato alla Danimarca ed altri Stati europei stanno recuperando il distacco. Diversi paesi europei – in particolare il Belgio e la Finlandia – infatti, hanno fatto importanti progressi negli ultimi dieci anni per quanto concerne la capacità d’innovazione, sopravanzando la Svizzera.

Perché?

il prof. Stéphane Garelli dirige il Centro sulla competitività mondiale all’IMD, una scuola di management con sede a Losanna. Specialista della competitività economica mondiale, il professore ritiene che l’innovazione in Svizzera goda ancora di buona salute, anche se per poco.

In Svizzera il feed back loop tra R&S  e mondo della produzione e servizi è robusto e la Confederazione Elvetica è tra i migliori paesi al mondo quando si tratta di far passare l’innovazione dalla ricerca al mercato. Il problema, per il prof. Garelli, è che la maggioranza degli imprenditori svizzeri sono contenti di avere un’azienda di nicchia che funziona molto bene, senza voler forzatamente diventare un gruppo mondiale. In Svizzera la crescita di una società sta diventando un aspetto sempre meno importante per i giovani imprenditori: preferiscono avere una ditta relativamente piccola che riescono a gestire senza dover andare negli Stati Uniti o in Cina. Per il prof. Garelli  gli imprenditori elvetici non possono restare ancorati al territorio: devono puntare sull’estero, viaggiare molto, elaborare una struttura di gestione complessa.

Non debbono restare imprenditori, ma trasformarsi in manager.

Lo spirito imprenditoriale in Svizzera, non deve più rispondere ad una scelta di società ma ad una decisione economica.

Nel futuro occorrerà, necessariamente coniugare, la cultura imprenditoriale anglosassone con la prudenza elvetica creando delle tecnostrutture ed operatività d’intervento da parte delle Comunità Svizzere all’estero.

Le comunità svizzere all’estero, sinergizzando i loro differenti DNA e conoscenze, possono fornire l’humus necessario per fornire una risposta positiva alla proposta di Giambattista Ravano, 56 anni, direttore del dipartimento Tecnologie Innovative (Dti) della Supsi, nonché membro del Consiglio svizzero della scienza e della tecnologia, che afferma: “dobbiamo formare persone che abbiano voglia e capacità di fare impresa, che abbiano più spirito imprenditoriale”.

Edison diceva: “Non ho fallito, ho solo trovato 10.000 modi che non funzionano”.

Occorre osservare, valutare, analizzare, dedurre, elaborare, progettare, intervenire, realizzare sviluppare, innovare: ovvero sbagliare e rialzarsi per ripartire.

Fabiana Traversi