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Il 19 luglio è stato pubblicato dall’Ufficio Federale dell’Ambiente (UFAM), un rapporto sullo stato della biodiversità in Svizzera; questo rapporto mostra che la scomparsa degli habitat naturali prosegue: più di un terzo delle specie animali e vegetali e circa la metà degli habitat studiati sono a rischio.

Gli sforzi intrapresi fino ad ora per preservare la biodiversità non bastano per questo le organizzazioni ambientaliste Pro Natura, SVS/BirdLife e WWF Svizzera esigono che la Confederazione faccia molto di più per raggiungere l’obiettivo prefissato nel 2012, quando il Consiglio federale ha votato la Strategia Biodiversità Svizzera che avrebbe dovuto prevedere un piano d’azione chiaro per raggiungere gli obiettivi prefissati; piano che però ancora non ha visto la luce.

Dei 18 obiettivi allora fissati dal Governo solo uno potrà essere raggiunto entro il 2020.

Le organizzazioni ambientaliste hanno così redatto un bilancio intermedio delle attività svolte dalla Svizzera in materia di biodiversità scoprendo che il risultato è peggiore delle aspettative.

Il rapporto analizza, tra le altre cose, qualità e quantità delle aree protette: probabilmente la Svizzera sarà l’unico Paese in Europa che non raggiungerà l’obiettivo della Convenzione sulla Biodiversità relativa alle aree protette da qui al 2020.

BirdLife, WWF e Pro Natura esortano quindi il Consiglio federale a pubblicare un piano d’azione che comprenda delle misure concrete che gli permettano di raggiungere gli obiettivi da lui stesso prefissati destinando le risorse economiche necessarie per tutelare la base vitale naturale del Paese e chiedono che la biodiversità entri a far parte della pianificazione delle politiche economiche e della produzione energetica.