In Svizzera si sta svolgendo la terza valutazione dell’applicazione della cooperazione Schengen, alcuni esperti di altri Stati associati stanno verificando l’applicazione corretta degli obblighi derivanti dalla Convenzione di Schengen.
Nell’ambito della cooperazione Schengen, ogni Stato associato è sottoposto, almeno ogni cinque anni, ad una valutazione da parte di esperti degli altri Stati membri che ha lo scopo di verificare l’applicazione corretta del relativo diritto.
“Questo meccanismo si fonda su di un controllo partenariale e reciproco del rispetto rispetto degli obblighi derivanti da Schengen da parte degli Stati associati”.
Anche la Svizzera con i suoi esperti e analogamente agli altri partner, partecipa regolarmente alle valutazioni degli altri Stati membri.
Questa nuova valutazione, avviata, nei giorni tra il 26 ed il 28 febbraio del 2018, è la terza e, come sempre, coinvolge sia la Confederazione che i Cantoni. La prima valutazione risale al 2008 quando la Svizzera ha promosso la collaborazione operativa con gli altri Stati aderenti alla Convenzione di Schengen, la seconda valutazione, anch’essa con esiti positivi, è avvenuta nel 2014.
Gli esperti della Commissione europea e degli altri Stati membri effettuano visite in cui “verificano la correttezza dell’applicazione degli obblighi in alcuni settori: i controlli di frontiera negli aeroporti, il rinvio di cittadini di Stati terzi che soggiornano illegalmente in Svizzera, l’utilizzo del Sistema d’informazione Schengen (SIS), la cooperazione delle autorità di polizia ed il trattamento di dati personali”.
La seconda parte dell’attuale valutazione avverrà nel dicembre 2018 quando sarà valutato il rilascio dei visti presso due rappresentanze svizzere all’estero, dopodiché gli esperti redigeranno dei rapporti di valutazione in base ai quali il Consiglio dell’UE potrà emanare delle raccomandazioni per colmare le lacune individuate. Rapporti di valutazione e raccomandazioni devono essere approvati dagli Stati Schengen.
In seguito a delle eventuali raccomandazioni da parte del Consiglio dell’Unione europea, la Svizzera fornirà un rapporto in cui illustrerà le misure adottate in base alle raccomandazioni.