Il convegno annuale della Commissione federale della migrazione CFM, che si è tenuto l’8 novembre 2018 alla Kursaal di Berna, nuovamente dedicato al tema “Ripensare lo Stato”, ma questa volta l’attenzione si è concentrata sulle questioni di partecipazione, diritti politici e cittadinanza.
Gli argomenti affrontati durante il convegno sono stati: il significato “nazionalità” in una società altamente mobile, in cui sempre più persone possiedono più di un passaporto? Il pensiero dicotomico (da una parte gli Svizzeri – dall’altra gli stranieri) ha ancora senso se circa un quarto degli Svizzeri ha la doppia cittadinanza? Quali possibilità ha chi vive in Svizzera ma non ha il passaporto rosso di partecipare alle decisioni politiche?
Nella prima parte del convegno sono state affrontate le questioni di “appartenenza”. Matteo Gianni, dell’Università di Ginevra, ha illustrato i requisiti per essere considerati parte della società e cosa significa essere cittadini in Svizzera. Joachim Blatter, dell’Università di Lucerna, ha approfondito il tema della doppia cittadinanza, delle sue opportunità e dei suoi rischi, e Stéphanie Leu, membro del Consiglio degli Svizzeri all’estero, ha affrontayo la questione dal punto di vista degli Svizzeri all’estero.
La seconda parte del convegno è stata dedicata alla “partecipazione e codecisione”. Circa un quarto dei residenti svizzeri non ha il passaporto svizzero. Vive, lavora e paga le tasse nel Paese, ma con diritti politici limitati. Che cosa si può fare per colmare questo deficit democratico? Teorici e professionisti del settore come Anna Goppel (Università di Berna), Bernard Macret (Città di Grenoble), Fabian Schnell (Avenir Suisse) e Mithra Akhbari (New Switzerland Institute) discutono sui mezzi che consentirebbero di migliorare la partecipazione politica di tutti.
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