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Nel corso della sua seduta del 7 dicembre 2018, il Consiglio federale ha approvato il settimo rapporto della Svizzera sull’applicazione della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie del Consiglio d’Europa. Con questo rapporto il Consiglio federale riconosce il francoprovenzale e il francocontese come lingue minoritarie. Il rapporto illustra inoltre lo sviluppo della politica linguistica della Svizzera, che interessa in particolare la promozione dell’italiano e gli scambi scolastici, le recenti evoluzioni nell’insegnamento delle lingue nazionali nella scuola primaria e la situazione del romancio.

Con il settimo rapporto il Consiglio federale segue la raccomandazione del Consiglio d’Europa di riconoscere il francoprovenzale come lingua regionale o minoritaria ed estende il riconoscimento al francocontese. Minacciate di estinzione, le due lingue sono oggetto di varie ricerche e ispirano numerosi progetti culturali sostenuti dai Cantoni e realizzati dai rispettivi parlanti. Questo riconoscimento permette di dare maggiore visibilità all’insieme dei dialetti romandi.

Il rapporto, che copre il periodo dal 2015 al 2018, presenta i dati statistici relativi all’evoluzione delle lingue in Svizzera, un riepilogo delle basi legali che disciplinano la loro promozione e le sfide della politica linguistica in Svizzera. Illustra in particolare le novità nella promozione dell’italiano, i cambiamenti avvenuti negli scambi scolastici e fa il punto della situazione nell’insegnamento delle lingue nazionali alla scuola primaria. Presenta infine i resoconti dei Cantoni Grigioni e Ticino sull’applicazione della Carta al romancio e all’italiano nei rispettivi territori.

La Carta europea delle lingue regionali o minoritarie del Consiglio d’Europa celebra i suoi venti anni di vita essendo entrata in vigore il 1 marzo 1998 ed è l’unico strumento vincolante al mondo dedicato alla promozione e protezione di queste lingue.

Il principale obiettivo della Carta consiste nel mantenere e promuovere la diversità linguistica come uno degli elementi più emblematici della vita culturale europea. La Carta punta a migliorare l’uso delle lingue regionali o minoritarie in ambito formativo, giuridico, amministrativo, mediatico, culturale ed economico nonché a incentivare la popolazione ad usare la propria lingua. La Svizzera considera il romancio e l’italiano quali lingue minoritarie ai sensi della Carta e riconosce lo jenisch e lo yiddish quali lingue non territoriali.

In base all’articolo 15 della Carta, gli Stati parte sono tenuti a presentare al Segretariato Generale del Consiglio d’Europa un rapporto periodico sull’applicazione delle sue disposizioni. La Svizzera ha consegnato il suo primo rapporto nel 1999 e da allora ha continuato a scadenze triennali.

Il francoprovenzale o franco-provenzale o arpitano è una lingua romanza parlata in Francia nella maggior parte della Svizzera romanda ed in Italia in Valle d’Aosta, alcune valli piemontesi e in due comuni della Valmaggiore nella Puglia arpitana: Faeto e Celle di San Vito mentre il francocontese è un dialetto delle “lingue d’oïl”.

Photo: Pixabay.com