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Il rilevamento del nuovo coronavirus nelle acque reflue ha avuto successo. Possono essere rilevate persino piccole concentrazioni in campioni prelevati in una fase iniziale del focolaio. L’obiettivo è quello di sviluppare un sistema che possa indicare un possibile nuovo incremento del numero di casi in anticipo rispetto ai test clinici sulle persone infette.

«Rilevamento e quantificazione di SARS-CoV2 nelle acque reflue» – i progetti di ricerca di questa entità generalmente richiedono diversi anni. Ora, nell’arco di poche settimane, un gruppo guidato dalla Prof.ssa Tamar Kohn (Laboratorio per la chimica ambientale all’EPFL) nonché il Dr. Christoph Ort (Dipartimento Gestione delle acque nelle aree urbane) e il Dr. Tim Julian (Dipartimento Microbiologia ambientale) dell’EAWAG hanno dimostrato con grande impegno che l’idea può diventare realtà. I primi campioni di acque reflue analizzati provenivano da Lugano, Losanna e Zurigo; nel caso di Zurigo e Lugano vi erano anche campioni risalenti alla fine di febbraio, cioè quando sono emersi i primi casi di infezione in Svizzera. I ricercatori sono riusciti a rilevare il nuovo coronavirus in tutti i campioni. Nei campioni più recenti, le concentrazioni sono così elevate che un’identificazione analitica appare relativamente semplice. Per i campioni di febbraio, invece, non si prevedeva la stessa facilità di rilevamento: «Non potevamo aspettarci che fosse già possibile trovare tracce del virus nelle acque reflue di Lugano prelevate nel momento in cui vi era un solo caso noto di contagio e in quelle di Zurigo con sei casi noti», dice la scienziata ambientale Tamar Kohn.

Il rilevamento di basse concentrazioni di virus risalenti all’esordio del focolaio dovrebbe permettere di ricostruire a posteriori la curva dell’incremento dei casi di Covid-19. Difficilmente sarà possibile calcolare il numero esatto degli infettati, anche perché la quantità di virus espulso oscilla eccessivamente da persona infetta a persona infetta. In ogni caso, ciò che conta è l’andamento.

Da quando sono noti i primi casi di infezione da Covid-19, sono stati prelevati campioni da dodici impianti di depurazione delle acque reflue, nove dei quali in Ticino. L’obiettivo principale del progetto è di costruire un sistema con una funzione di allarme precoce. L’ingegnere ambientale Christoph Ort. Se i campioni vengono analizzati rapidamente, un’eventuale recrudescenza dell’infezione nella fase di uscita dal lockdown potrebbe essere riconosciuta molto prima rispetto a quanto si può fare attraverso i test clinici sui pazienti colpiti. Ort spera di poter rilevare queste informazioni con circa una settimana di anticipo. Fino a ora, l’attenzione era rivolta alla comparazione del consumo di droga a livello europeo, perché «le acque reflue non mentono e riflettono in poche ore le escrezioni fisiologiche della popolazione», dice Ort.
Nonostante i successi iniziali, la metodologia deve ora essere ulteriormente ottimizzata.
Fonte : admin.ch

photo: pixabay