Condividi su:

I cittadini svizzeri il 27 settembre sono chiamati a votare sull’iniziativa popolare “Per un’immigrazione moderata”, che vuole interrompere la libera circolazione delle persone con l’Unione europea.

L’iniziativa, presentata dall’Unione democratica di centro (UDC), intende modificare la Costituzione federale, il comitato per il si, promotore dell’iniziativa intende con essa “abrogare la libera circolazione delle persone, se del caso disdirla”: il Consiglio federale è incaricato di far sì, per via negoziale, che l’accordo di libera circolazione delle persone con l’UE cessi di essere in vigore al più tardi 12 mesi dopo l’accettazione dell’iniziativa per la limitazione. Se non è possibile giungere ad un accordo in tal senso entro questo termine, l’accordo di libera circolazione delle persone deve essere disdetto entro 30 giorni; risolvere i problemi causati dall’immigrazione di massa come la perdita di posti di lavoro indigeni, la riduzione degli spazi abitativi con il conseguente rincaro di affitti e dei prezzi degli immobili, il sovraccarico di treni, strade e scuole, inoltre i migranti cambiano la cultura svizzera, rendono le città ed il Paese insicuro e gravano sulle casse dei comuni a causa delle spese per l’aiuto sociale.

Il comitato per il no, che raccoglie vari partiti e organizzazioni, dal canto suo, sottolinea che “L’accettazione dell’iniziativa farà automaticamente scattare la “clausola ghigliottina” facendo decadere tutti gli Accordi bilaterali I e metterà a repentaglio altri importanti accordi del secondo pacchetto, come l’accordo di Schengen, il quale ci permette di viaggiare liberamente nel continente europeo. La via bilaterale è la base di relazioni costruttive e di successo con l’Europa, al di fuori dallo spazio SEE e dell’UE. Essa permette al nostro Paese di partecipare al mercato interno dell’UE, pur mantenendo la massima sovranità possibile. Negli ultimi diciotto anni ciò ha permesso uno sviluppo economico stabile e ha garantito la nostra prosperità”.

L’iniziativa contro gli Accordi bilaterali vuole “negare la libertà di studiare, vivere e lavorare ovunque in Europa. Dopotutto, la libera circolazione delle persone non funziona solo dalla zona UE verso la Svizzera, ma anche nella direzione opposta”.

La Svizzera è una delle principali sedi internazionali per la formazione, la ricerca e l’innovazione. “Tutto questo, però, non potrebbe funzionare senza una forte rete internazionale. Infatti, i programmi quadro di ricerca europei sono un prerequisito fondamentale per fare in modo che tutto questo funzioni. Essi consentono la gestione di progetti di ricerca internazionali”.

Posizione del governo federale: “L’iniziativa popolare “Per un’immigrazione moderata (Iniziativa per la limitazione)” chiede la fine della libera circolazione delle persone con l’UE. Mette quindi a repentaglio la via bilaterale della Svizzera. Senza l’accordo sulla libera circolazione delle persone e gli accordi bilaterali ad esso collegati le imprese svizzere perdono l’accesso diretto al loro principale mercato e questo in un momento in cui l’economia ha bisogno di prospettive per uscire dalla crisi dovuta al coronavirus. L’accettazione dell’iniziativa avrebbe conseguenze gravi per la Svizzera, per i posti di lavoro e per la prosperità del nostro Paese. Pertanto il Consiglio federale e il Parlamento respingono l’iniziativa”.
Fonte: admin.ch
photo: pixabay