Per sconfiggere a lungo termine la pandemia, è essenziale capire perché una mutazione prevale su un’altra. Uno studio internazionale condotto dall’Istituto di virologia e di immunologia (IVI) e dall’Università di Berna, in collaborazione con il Friedrich Loeffler Institute in Germania, ha confrontato in parallelo la diffusione e la trasmissione di diverse varianti emergenti.
Mentre nuove varianti del SARS-CoV-2 continuano a emergere e ad alimentare la pandemia, l’Istituto di virologia e di immunologia (IVI) e i suoi collaboratori internazionali le hanno studiate in modelli animali (in vivo) e in modelli di interazione biofisica e colture cellulari (in vitro). La particolarità di questo nuovo studio è di aver messo in competizione diretta queste varianti in diversi modelli, il che ha permesso di capire quali hanno un reale vantaggio nella propagazione.
Secondo Charaf Benarafa, leader dello studio: «Presa separatamente, ciascuna delle varianti sembra avere la stessa efficacia di propagazione e di trasmissione del virus progenitore, ovvero quello originale: è difficile distinguerli. Ricreando le condizioni naturali di competizione, ovvero quando una variante emergente e il suo progenitore sono presenti simultaneamente, diventa possibile individuare realmente quale variante si diffonderà e trasmetterà di preferenza. La sfida del nostro studio è stata quella di combinare diversi modelli sperimentali per capire i meccanismi; e questa analisi combinata ci ha finalmente permesso di discernere meglio le varianti».
La competizione tra le varianti Alfa e Beta e il loro progenitore mostra chiaramente che la variante Alfa ha un vantaggio.
Prevedere quale variante si diffonderà meglio e perché rappresenta ancora una sfida. Solo attraverso studi approfonditi possiamo capire meglio i fattori associati alla loro diffusione . Lo studio, unico nel suo genere, è stato appena pubblicato sulla rivista scientifica Nature.
Fonte: Istituto di virologia e immunologia
Foto: pixabay