Volentieri pubblichiamo dal sito del Comitato Internazionale della Croce Rossa l’articolo del 21-04-22; “Libia: il conflitto ostacola la lotta degli agricoltori contro il cambiamento climatico” selezionato da Caffé Dunant nr. 615 del 23 aprile 2022. Traduzione non ufficiale di M.Grazia Baccolo.
La fattoria di Ali Ebrahim ad Awiniya, a sud-ovest di Tripoli, in Libia, è l’ombra di se stessa. Il terreno è arido e cosparso di fichi rinsecchiti, mandorle appassite e vigne carbonizzate “Ho perso tutto e ho dovuto ricominciare tutto da capo. Prima avevo il bestiame, ma gli anni difficili che stiamo attraversando mi hanno costretto a smettere di allevare animali. Non posso nutrire e abbeverare il bestiame perché i pascoli sono stati prosciugati dalla desertificazione e dalla mancanza di pioggia. Sono stato costretto a fermarmi”, spiega Ali, sconsolato.
Questa difficile situazione è condivisa da molti agricoltori di Awiniya, il cui reddito dipende dai raccolti di grano e orzo, oltre che da frutta e mandorle.
L’agricoltura produttiva e sostenibile è uno degli strumenti più efficaci per porre fine alla povertà estrema, ma il conflitto sta minando gli sforzi di agricoltori come Ali. Il conflitto ha costretto molti contadini a lasciare le loro case e ad abbandonare le loro fattorie.
È troppo tardi per il frutteto
Quando è tornato dopo sette anni di sfollamento, Ali non ha potuto fare nulla per salvare ciò che restava del suo frutteto che un tempo era lussureggiante.
Gli effetti del cambiamento climatico hanno esacerbato il problema.
“Ho iniziato a piantare alberi, come se fosse il mio primo anno di attività, ma dopo tre anni consecutivi di siccità, gli alberi non sono cresciuti né fioriti a causa delle condizioni climatiche avverse».
È impossibile scavare pozzi nel terreno accidentato di questo villaggio di montagna e l’unico serbatoio d’acqua da cui un tempo gli agricoltori dipendevano per le emergenze durante i periodi di siccità è stato distrutto nei pesanti combattimenti che hanno colpito Awiniya nel 2011.
Come molti altri agricoltori, Ali non può permettersi di comprare l’acqua per la sua fattoria e la sua casa, gli costerebbe troppo. Inoltre non può dipendere dall’acqua piovana, data la scarsa piovosità registrata nella stagione delle piogge.
Gli effetti del cambiamento climatico
Il riscaldamento globale sta sottoponendo la Libia ad eventi meteorologici estremi come tempeste di sabbia e polvere sempre più devastanti, temperature in aumento e siccità. Diversi anni di conflitto incessante hanno gravemente minato la capacità di adattamento del Paese, mentre le risorse necessarie per mitigare i rischi del cambiamento climatico vengono utilizzate per affrontare le conseguenze a breve e lungo termine del conflitto prolungato.
Il dottor Jalal Al-Qadi del Centro di ricerca agricola di Misurata cita un altro rischio mentre condivide le sue preoccupazioni sulla mancanza di risorse: Le precipitazioni sono state estremamente scarse tra ottobre 2020 e ottobre 2021. I pochi giorni di pioggia intensa che abbiamo vissuto in questo periodo non sono stati sufficienti per i raccolti. Le piogge intense per non più di quattro o cinque giorni creano pozze che evaporano rapidamente, senza lasciare che l’acqua penetri nel terreno.
Secondo il dottor Al-Qadi, le ripercussioni si fanno già sentire sui mercati locali: “Lo shock si riflette ad esempio nel prezzo dell’olio d’oliva che è triplicato negli ultimi due anni a causa del calo della produzione dovuto aalla diminuzione delle precipitazioni. È urgente investire in terre coltivabili”.
Alla ricerca di una migliore produzione alimentare
Il CICR sta lavorando con il Centro di ricerca sull’agricoltura di Misurata e la Facoltà di Agraria dell’Università di Misurata per consentire alle comunità rurali vulnerabili colpite da conflitti o che ospitano sfollati a Misurata di migliorare la loro produzione alimentare verso un ambiente di sicurezza economica stabile e opportunità di sostentamento sostenibili a lungo termine.
Il CICR sostiene i produttori in particolare aiutandoli ad accedere a servizi agricoli efficaci (analisi del suolo, controllo della fertilità del suolo, supporto tecnico per la raccolta) e consentendo la formazione di ingegneri specializzati nell’analisi del suolo e consulenza sulla fertilità del suolo.
“Il cambiamento climatico richiede una preparazione importante. È fondamentale sensibilizzare il maggior numero possibile di persone sulla pericolosità di questo fenomeno”, conclude il dott. Al-Qadi.
Fattorie abbandonate
In un paese prevalentemente desertico, i cui terreni coltivabili rappresentano meno del 2% della superficie, sempre più agricoltori stanno abbandonando le loro fattorie per mancanza di risorse idriche. Allo stesso tempo, la resa dell’agricoltura piovana è pericolosamente bassa a causa di episodi di siccità.
Le violente piogge provocano regolarmente allagamenti sulle strade e nelle vie dei centri urbani. A volte le inondazioni uccidono persone, causano notevoli danni economici e distruggono i raccolti. I danni delle inondazioni sono tanto maggiori in quanto le infrastrutture di drenaggio del paese sono state danneggiate o addirittura distrutte dal conflitto. L’aumento delle inondazioni potrebbe aggravare il tasso di erosione del litorale, con gravi danni alle infrastrutture situate sulla costa. È inoltre probabile che aumenti l’intrusione salina, con ripercussioni sulle falde freatiche e sulla produttività del suolo.
Nel confronto internazionale, la Libia è tra le nazioni meno preparate ad affrontare i rischi climatici. Il conflitto ha reso il Paese particolarmente vulnerabile alla variabilità climatica a causa della sua scarsa capacità di adattamento che, a sua volta, accentua l’impatto dei disastri naturali. Secondo la Banca Mondiale, le limitate risorse idriche, unite alla siccità ed alla povertà del suolo, limitano fortemente la produzione, costringendo il Paese a importare circa il 75% del cibo necessario per soddisfare i bisogni locali.
Fonte originale in lingua francese: https://www.icrc.org/fr/document/libye-conflit-lutte-agriculteurs-contre-changement-climatique