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La 5a Conferenza mondiale sull’eliminazione del lavoro minorile si è conclusa il 20 maggio 2022 con l’adozione dell’Appello all’azione di Durban, inteso a rafforzare gli sforzi congiunti per combattere questo tipo di sfruttamento.

La Conferenza si è svolta in un momento critico: nonostante i progressi compiuti in passato, quasi un bambino su dieci nel mondo è ancora costretto a lavorare. Le cifre sono in aumento e la pandemia di COVID–19 rischia di vanificare anni di progressi.

Secondo le stime del 2020 sul lavoro minorile nel mondo, 160 milioni di bambini sono tuttora costretti a lavorare, la metà dei quali in condizioni pericolose. L’obiettivo 8.7 degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) prevede in particolare l’eliminazione di tutte le forme di lavoro minorile entro il 2025. La Conferenza ha permesso di valutare i progressi compiuti a livello attuativo, di discutere le buone pratiche messe in campo da vari attori in tutto il mondo e di identificare le lacune e le impellenti misure che vanno prese per accelerare l’eliminazione del lavoro minorile e forzato.

La Conferenza, che si è svolta in Sudafrica, ha riunito rappresentanti di governi, associazioni dei lavoratori e dei datori di lavoro e della società civile. La Svizzera ha partecipato con una delegazione tripartita.

La Conferenza ha adottato per acclamazione l’Appello di Durban nel quale i partecipanti riaffermano il loro fermo impegno per prevenire ed eliminare il lavoro minorile e forzato in tutto il mondo. Il documento esorta in particolare ad intensificare gli sforzi nei settori della promozione del lavoro dignitoso, dell’educazione dell’infanzia e della protezione sociale nonché a rafforzare la cooperazione internazionale. L’Appello di Durban riconosce tra l’altro l’importante contributo che le imprese possono offrire al raggiungimento di tali obiettivi. La Svizzera ha inoltre co-sponsorizzato un evento parallelo del Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (UNICEF) sul ruolo delle imprese nell’affrontare a monte le cause profonde del lavoro minorile.

fonte: Segreteria di Stato dell’economia
foto: pixabay