I consumatori devono sapere da dove proviene la pelliccia e come è stata ottenuta. Secondo il rapporto 2021/2022 sui controlli sulle dichiarazioni delle pellicce il settore attua l’obbligo di dichiarazione in maniera lacunosa. L’Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria (USAV) ha contestato la dichiarazione di due terzi dei punti vendita controllati a causa di informazioni errate o mancanti. Nella prossima stagione invernale, l’USAV rafforzerà l’esecuzione delle norme.
L’ordinanza sulla dichiarazione delle pellicce prescrive che tutte le pellicce e i prodotti di pellicceria siano dichiarati con indicazioni sulla specie animale, l’origine e il metodo di produzione. Ciò dovrebbe consentire ai consumatori di prendere una decisione d’acquisto informata. Nella stagione invernale 2021/2022, l’USAV ha effettuato un totale di 131 controlli sulla dichiarazione dei prodotti di pellicceria presso piccole aziende, shop online e grandi catene di negozi.
I colli di pelliccia rimangono problematici
Durante i controlli, l’USAV ha ispezionato un totale di 6632 prodotti di pellicceria, di cui il 73 % è stato dichiarato correttamente. Quasi la metà dei prodotti contestati erano colli di pelliccia di giacche. La maggior parte dei prodotti di pelliccia contestati proveniva da cani procioni, seguita da prodotti realizzati con pellicce di volpe polare e coyote.
La revisione dell’ordinanza sulla dichiarazione delle pellicce è entrata in vigore il 1° gennaio 2020. Con essa è stato introdotto l’obbligo di dichiarare in modo inequivocabile i prodotti come «vera pelliccia» e di descrivere più chiaramente il modo di ottenimento (ovvero il metodo di allevamento o di cattura dell’animale).
Dall’introduzione dei controlli nel 2014 e nonostante le norme più precise in materia di dichiarazione, l’USAV non ha notato alcun miglioramento significativo nella dichiarazione di pellicce e prodotti di pellicceria. L’elevato numero di contestazioni nella scorsa stagione invernale dimostra che molti punti vendita non applicano ancora correttamente la dichiarazione delle pellicce.
fonte: Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria
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