Il nuovo patto europeo sulla migrazione e l’asilo vuole rendere il sistema di migrazione e asilo più efficiente, a prova di crisi e solidale. In quanto Stato associato a Schengen e Dublino, la Svizzera è tenuta a parteciparvi in determinati settori ed è pertanto chiamata ad adeguare il diritto nazionale. Nella seduta del 21 marzo 2025 il Consiglio federale ha adottato il messaggio e le pertinenti modifiche legislative all’attenzione del Parlamento.
Il 14 maggio 2024 l’Unione europea (UE) ha adottato dieci regolamenti e direttive che insieme costituiscono il nuovo patto sulla migrazione e l’asilo. Questa riforma mira ad arginare la migrazione irregolare verso l’Europa e a ridurre la migrazione secondaria all’interno dello spazio Schengen attraverso procedure di asilo armonizzate ed efficienti. Si prefigge inoltre di alleggerire l’onere che grava sugli Stati Schengen sottoposti a una forte pressione migratoria attraverso una ripartizione solidale dei richiedenti l’asilo e altre modalità di sostegno. Il Consiglio federale accoglie con favore la riforma. Ritiene infatti che la Svizzera abbia, data la sua posizione geografica, un interesse vitale affinché la politica europea di migrazione e asilo sia efficace e il più possibile a prova di crisi.
Cinque dei dieci atti normativi sono del tutto o in parte vincolanti per la Svizzera. Tra le altre cose disciplinano quale Stato Dublino è competente per l’esame di una domanda d’asilo. In generale le vigenti disposizioni sulla competenza sono mantenute, ma vengono abbreviati i termini per determinare lo Stato competente. In questo modo i richiedenti l’asilo possono essere trasferiti più rapidamente verso un altro Stato. Per prevenire la migrazione secondaria, si tiene ora maggiormente conto del legame del singolo richiedente con uno Stato Dublino, ma sarà più complicato trasferire la competenza per una domanda d’asilo da uno Stato Dublino a un altro. Il nuovo regolamento di crisi stabilisce le modalità che permettono agli Stati di derogare temporaneamente e in situazioni eccezionali a determinate disposizioni, ad esempio mediante procedure Dublino più lunghe.
Il riveduto regolamento Eurodac garantisce l’interoperabilità con altri sistemi informatici europei. Nella banca dati Eurodac sono state inserite ulteriori categorie di persone e registrate le immagini del volto e le impronte digitali di tutte le persone a partire dal sesto anno di età. Il Patto introduce inoltre una procedura per un rapido controllo delle persone provenienti da Stati terzi che entrano nello spazio Schengen senza soddisfare le condizioni d’entrata, allo scopo di consentire alle autorità competenti di accertare la loro identità, eseguire un controllo di sicurezza e registrare in loco i problemi di salute.
Con questa riforma l’UE introduce per la prima volta un meccanismo di solidarietà vincolante allo scopo di distribuire i richiedenti l’asilo all’interno dell’UE. Il meccanismo di solidarietà non è vincolante per la Svizzera, che può tuttavia parteciparvi su base volontaria. Il Consiglio federale considera questo meccanismo un’opportunità per rafforzare durevolmente il sistema europeo di migrazione e asilo, e sostiene in linea di principio una partecipazione svizzera. Ha pertanto incaricato l’Amministrazione di elaborare proposte su come la Svizzera potrebbe concretamente partecipare a tale meccanismo.
Nella procedura di consultazione, la metà circa dei partecipanti – tra cui la maggior parte dei Cantoni – si è detta in linea di principio favorevole a recepire e trasporre i cinque regolamenti dell’UE. Alcuni Cantoni temono tuttavia un aumento degli oneri finanziari e di personale. Altri partecipanti criticano il fatto che la riforma sia incentrata principalmente sull’isolamento e sulla dissuasione e chiedono una partecipazione sistematica e concreta della Svizzera al nuovo meccanismo di solidarietà.
Fonte: Il Consiglio federale
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