A Parigi il Consiglio esecutivo dell’UNESCO ha approvato l’iscrizione dei fondi delle scrittrici svizzere Annemarie Schwarzenbach (1908–1942) ed Ella Maillart (1903–1997) nel Registro internazionale «Memoria del mondo». Il riconoscimento rende omaggio a due pioniere del diario di viaggio. Conservati presso la Bibliothèque de Genève, il museo Photo Elysée di Losanna e l’Archivio svizzero di letteratura della Biblioteca nazionale svizzera di Berna, questi archivi testimoniano il loro sguardo artistico e critico sui grandi conflitti del Novecento, di sorprendente attualità.
La candidatura «Annemarie Schwarzenbach ed Ella Maillart: le prospettive di due donne sul mondo» è stata presentata nell’autunno del 2023 dalla Biblioteca nazionale svizzera, dalla Bibliothèque de Genève e dal museo cantonale per la fotografia Photo Elysée, un museo del Cantone di Vaud gestito dalla Fondazione Plateforme 10.
Pioniere del diario di viaggio, Annemarie Schwarzenbach ed Ella Maillart sono tra le figure più importanti della storia culturale svizzera del Novecento.
Negli anni Trenta Annemarie Schwarzenbach ed Ella Maillart hanno contribuito in modo significativo a rendere il diario di viaggio, un ambito fino ad allora dominato da uomini, un vero e proprio genere letterario e visivo guidato dalle donne. Le loro spedizioni in regioni remote del mondo, condotte in completa autonomia sotto il profilo finanziario e tecnico, così come i reportage sulla vita delle donne nei Paesi in via di sviluppo, sono esempi straordinari di ciò che era possibile fare all’epoca.
Il fulcro del loro patrimonio artistico è il viaggio in Afghanistan, organizzato insieme nel 1939, che ha lasciato un segno indelebile e suscitato ampia eco mediatica. L’opera letteraria e fotografica di queste due viaggiatrici anticonformiste si è da allora imposta come punto di riferimento nel panorama artistico svizzero ed è ritenuta emblematica ben oltre i confini nazionali.
Sono tre le istituzioni che oggi conservano le tracce dei loro tragitti fuori dal comune e della loro visione unica del mondo in evoluzione: il fondo Annemarie Schwarzenbach dell’Archivio svizzero di letteratura di Berna, che riunisce la sua opera letteraria, la sua corrispondenza, più di 3500 fotografie e 2000 negativi; il fondo archivistico Ella Maillart della Bibliothèque de Genève, che conserva la totalità degli articoli pubblicati sulla stampa e delle opere letterarie dell’artista, nonché quasi 6000 lettere scambiate con i genitori e personalità di rilievo, per un totale di 10 metri lineari di archivio; e infine il fondo fotografico Ella Maillart conservato presso il museo Photo Elysée, che contiene 48 scatoloni «cartoteca» con 10 000 schede di stampe originali, 1000 stampe originali, 23 700 negativi, 35 album, 4 filmati, diapositive e altri documenti d’archivio.
Annemarie Schwarzenbach (1908-1942) viene ricordata come una delle più influenti autrici svizzere. La sua fama internazionale e il fascino che esercita nascono dall’eterogeneità della sua opera e della sua biografia. È stata al tempo stesso scrittrice, giornalista, fotografa, grande viaggiatrice, figlia di un industriale, antifascista, cosmopolita, figura di culto androgina e ribelle femminile. Ma soprattutto, è stata pioniera del reportage di viaggio e del fotogiornalismo del Novecento, attraverso quattro continenti.
I suoi reportage fotografici di grande formato, dal risvolto critico verso la società, la storia e la politica, sono stati pubblicati nei principali feuilleton e nelle riviste illustrate dell’epoca. Benché si sia recata nei Paesi baltici, in Scandinavia, Russia, Congo, Marocco e negli Stati Uniti, sono soprattutto i quattro «viaggi in Oriente» compiuti tra il 1933 e il 1939 a rappresentare il fulcro artistico della sua opera. Si tratta di esplorazioni che l’hanno portata in Turchia, Libano, Siria, Palestina, Persia, Afghanistan e India.
Ella Maillart (1903–1997) nasce a Ginevra, dove trascorre l’infanzia. Grande reporter e fotografa, maestra ineguagliata di arte oratoria, guida dallo spirito libero e idealista, è poco interessata alla scuola ma appassionata di sport, in cui si distingue praticando ad alto livello diverse discipline.
Nel 1930 intraprende il suo primo grande viaggio in Russia, scopre Mosca, documenta la vita delle persone giovani in una società comunista e prosegue poi il viaggio valicando il Caucaso a piedi. Successivamente, corrispondente del Petit Parisien, esplora la Manciuria, allora sotto occupazione giapponese, e poi altre regioni, lontane dagli itinerari turistici più battuti e spesso ritenute pericolose (Russia, Turkestan, Iran, Cina, India, Afghanistan, Turchia ecc.). Nel 1939, con la scrittrice e giornalista Annemarie Schwarzenbach parte per un viaggio in auto che le porterà in Afghanistan. In fuga dallo sfacelo della Seconda guerra mondiale, vive in un ashram in India, dove approfondisce la filosofia indù. Di ritorno in Europa, vive tra Chandolin (nel Vallese) e Ginevra, continuando a viaggiare e a trasmettere la passione per i viaggi durante tutto il resto della sua la vita.
Ella Maillart è autrice di una decina di libri che riportano le sue esperienze di viaggio, nei quali la fotografia si spinge ben oltre la funzione illustrativa.
Attraverso i testi e la fotografia, Ella Maillart offre osservazioni del mondo intrise di umanesimo e femminismo. Il suo spirito moderno e determinato, abbinato all’insaziabile curiosità verso le altre persone, sono fonte di ispirazione ancora oggi.
Il 13 maggio alle ore 18 si terrà presso la Biblioteca nazionale svizzera a Berna una cerimonia ufficiale per celebrare l’iscrizione dei fondi Annemarie Schwarzenbach ed Ella Maillart nel Registro «Memoria del mondo» dell’UNESCO, alla presenza della consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider.
Il programma Memoria del mondo dell’UNESCO è stato creato nel 1992 per proteggere, valorizzare e rendere accessibile il patrimonio documentario, il cui ruolo è fondamentale per comprendere gli eventi significativi della storia e della cultura umana. Nel Registro internazionale, una delle principali iniziative del programma, sono inseriti i documenti di importanza universale, come manoscritti, archivi, film o registrazioni sonore. L’iscrizione nel Registro internazionale assicura che le opere siano riconosciute, sensibilizza all’importanza di questo patrimonio e contribuisce alla salvaguardia della memoria collettiva