Caffè Dunant nr. 582 del 9 maggio 2020 ci propone un “estratto” dal Capitolo XXIII delle “Memorie. Di un premio Nobel per la Pace”, Henry Dunant: “il ruolo delle donne in tempo di guerra”.
Succede che dal male talvolta possa venir fuori il bene.
Dalla guerra, che è un male, un grande male, può venir fuori, a volte, attraverso le fraterne organizzazioni, un certo riavvicinamento delle diverse classi della società.
[…] si realizza una riduzione dei pregiudizi sociali. Dame e signorine […], arrivano ad una presa di coscienza eccezionale dei seri doveri della vita…[…]. Il concetto di “tutti fratelli” delle buone donne lombarde di Castiglione è compreso dalle anime compassionevoli di ogni Paese, di ogni religione, di ogni partito e di ogni classe.
Senza attendere i giorni nefasti in cui ricominceranno le stragi a Oriente come ad Occidente, al Nord come al Sud, perché le madri, le donne, le sorelle di quelli che saranno chiamati a combattere, non si uniscono tra di loro superando le barriere nazionali […] per la difesa della famiglia, per la protezione delle donne e dei bambini, per la guarigione dei cuori inariditi dalla miseria, per la diffusione di tutte le buone opere, basate l’una sui progressi delle altre?
Questa santa solidarietà, questo legame fraterno, una volta stabilito, costituirà una vera potenza per il bene.
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Non è stato Goethe che ha detto che un uomo dal cuore nobile si lascia condurre lontano da una buona parola uscita dalla bocca di una donna?
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Tutte le nazioni civili hanno sicuramente il dovere e il desiderio di darsi daffare a realizzare la pace sociale. Ora, una pacificazione vera e sincera, al doloroso punto a cui siamo arrivati, non sembra più possibile senza una profonda evoluzione ascendente operata in futuro grazie all’influenza delle donne.
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“Il loro favore è come la rugiada che cade sull’erba” dice un proverbio della Sacra Bibbia (Proverbi, XIX,12). La loro benevolenza è sempre stata ricercata, prima per la protezione delle vittime della guerra, poi per i “feriti” della vita…
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Le “ferite” della vita hanno diritto alla più grande delle opere samaritane. Le donne veramente buone e gli uomini di cuore non mancano, in tutti i Paesi. Bisogna unirli su un piano internazionale per lo scopo speciale che ci proponiamo…
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Questo movimento… appartiene a tutti coloro per i quali la bontà, la pietà, la vera bellezza morale, l’unione dei cuori con intelligenza, non è utopia.